Martin Mystre

La piccola biblioteca di Babele

Alla Ricerca di Omm Seti di Jonathan Cott

13/02/2011
Chiudere questo libro stato come salutare una vecchia amica in partenza: la felicit dellincontro si sommava al dispiacere del commiato.
E salutare Omm Seti, la protagonista di questa biografia, stato difficile: mi ero affezionato a questa simpatica nonnina, al suo humor, alla sue stranezze, alla sua simpatia e alle sue stravaganze.

Nata in Inghilterra nei primi anni del 1900 con il nome di Dorothy Eady, si trasfer ancora ventenne in Egitto, dove, allombra delle piramidi, si dedic allo studio dei reperti, della vita e delle abitudini degli antichi egiziani che per lei diventeranno compagni di vita. E mentre aiutava i pi famosi egittologi a riportare alla luce i fasti egizi, cambi le proprie abitudini, le credenze, le usanze adottando via via quelle dei nostri antichi avi, fino ad arrivare ad onorare Iside e Osiride e pregare gli altri dei del pantheon egiziano. E come le donne egiziane, dopo la nascita di suo figlio Seti, cambi il proprio nome in Omm Seti letteralmente madre di Seti.



Dorothy doveva essere unottima compagnia e una buona amica. Inoltre era uninstancabile lavoratrice e appassionata di storia. Cott, magnifico narratore e sapiente afabulatore, riporta molti giudizi positivi di eminenti storici e svariati stralci di interviste sulla dolce Omm Seti il cui unico difetto, in fondo, era quello di credere veramente di essere la reincarnazione di un ancella egiziana di 4000 anni fa.

Infatti, poco pi che infante, Dorothy era caduta dalle scale e il medico ne aveva diagnosticato il decesso. Ma mezzora dopo la bambina era viva e vegeta, anche se da allora inizi a comportarsi in modo strano. Adolescente, studiando sui libri di storia, Dorothy cap che la sua casa era lEgitto e che i sogni strani che faceva da una decina danni non erano che stralci della sua precedente vita al servizio del faraone Seti I. Le sue descrizioni di avvenimenti dellepoca risultavano sempre affascinanti e assolutamente credibili, oltre che storicamente attendibili, pur essendo i suoi studi sullargomento completamente autodidatti.
Dopo il matrimonio con un egiziano e il suo conseguente avvicinamento alla sua patria spirituale, cominci a lavorare con il Dipartimento delle Antichit Egiziane e a collaborare con numerosi studiosi. I suoi articoli erano sempre precisi e scorrevoli e molti egittologi si affidavano a lei per la stesura o le correzioni dei loro scritti accademici.
Ad Abido, che lei diceva sua citt natale, indic dove si sarebbe dovuto cercare il giardino che lei ricordava trovarsi nelle vicinanze del tempio di Seti. Pur se scettiche, le autorit iniziarono a scavare nel punto ove lei insisteva, per poi essere costrette ad ammettere che contrariamente a quanto previsto un giardino cera veramente.

Slide courtesy of L.H. Lesko


Omm Seti era veramente la reincarnazione di unancella del tempio?
James Hillman, famoso psicologo, ha scritto mi sembra irrilevante.
Hillman motiva questa sua conclusione con un'erudita teoria antropologica, spiegando che in certe culture umane non esiste la differenza tra i fatti realmente accaduti (il ricordo) e fatti immaginati e perci mitologici (la fantasia); queste popolazioni non conoscono neppure il concetto di tempo che trascorre.*
Michel Gruber, un altro psicologo intervistato sullargomento, rispose domandandosi: questa personificazione le impedisce di far funzionare la propria vita? No. Questaltra realt le nega quella che chiamiamo 'realt ordinaria', la realt di quando siamo svegli? No. La sua appartenenza allantica civilt egiziana le impedisce di lavorare in modo produttivo? Direi il contrario [] Omm Seti veniva arricchita dalla sua esperienza, e credo che trattare il suo mondo come unallucinazione o uno squilibrio o una dissociazione avrebbe comportato una gravissima privazione ed una generale diminuzione del suo essere.

Ho imparato a conoscere un po questa strana signora, e mi rammarico un po di non averla potuta incontrare (dicono che incontrarla di persona fosse unesperienza unica), ma sono felice di averne letto la storia in questo libro che consiglio.

* mi si conceda a pi pagina una piccola digressione sull'interessante concetto del tempo propostoci da Hillman: lunica differenza tra il ricordare e il semplice immaginare era che nel primo caso ci mettevamo sopra il tempo passato e quindi pensavamo: avvenuto in quel dato tempo. Ma vi sono culture che nel loro linguaggio non sono in grado neanche di esprimere il tempo passato del verbo, cosicch il fatto che una cosa sia accaduta oppure no non ha importanza.
Una teoria interessante che pu portarci alla conclusione relativistica che il tempo non esiste, o che comunque ne ridimensiona di molto l'importanza. Inoltre annullando la differenza tra accaduto e immaginato, apre moltissime porte alla nostra fantasia: esagerando il pensiero di Hillman, non solo "non esiste il destino, il nostro futuro non stato scritto", ma addirittura il nostro passato pu essere tranquillamente riscritto.