Fumetti

Panini Comics - 'I primi X-Men'

Il tentativo di Neal Adams di raccontare la creazione degli X-Men prima della creazione degli X-Men...

16/09/2013

Dopo 50 anni di storie, molte delle quali tese a sovrascrivere o ampliare lo stesso periodo temporale diventa davvero difficile riuscire a scovare "vuoti" nella vita dei pi importanti personaggi degli X-Men. Wolverine, in particolare, essendo tra l'altro il mutante pi amato e conosciuto anche al di fuori dal campo fumettistico, quello del quale si narrato di pi sia a causa della sua veneranda et (basti dire che nato nel secolo diciannovesimo) sia perch negli anni si mostrato una fonte inesauribile di successi ed stato quindi protagonista di innumerevoli serie e miniserie.
Una delle cose che sicuramente non si possono rimproverare a Neal Adams (non ci sembra il caso di spiegare chi sia) la mancanza di coraggio. La sua offerta alla Marvel stata chiara: datemi carta bianca per narrare un arco di vita di Wolverine precedente al suo reclutamento per il progetto Arma X. Detto/fatto. La Casa delle Idee approva il suo progetto e gli offre le redini (soggetto disegni e copertina) della miniserie di cinque numeri The First X-Men affidando i testi al golden boy Chris Gage ed i colori a Matthew Wilson (e con un aiuto alle chine di Adams dato da Andrew Currie).

Adams raccoglie le forze e inserisce in questi albi decine e decine di riferimenti, alle volte solo accennati alla stregua di inside joke, alle volte effettuando pesanti interventi di costruzioni di ret-con, al passato degli X-Men ed a decine e decine di storie dei vari team e personaggi mutanti. La miniserie, raccolta in volume dalla Panini Comics quindi molto pi apprezzabile se si conoscono le storie del primo ciclo degli X-Men, quello concluso proprio da Neal Adams (numeri dal 56 al 65, con l?esclusione del n. 64), la vita di Charles Xavier e Logan e le prime avventure del gruppo dei nuovi X-Men che debutt con Giant Size X-Men (datato 1975).

La lettura non proibitiva per un lettore a digiuno di queste storie ma, ripeto, la quantit di rimandi e di spiegazioni (o tentativi di) delle vicende a venire cos grande da essere quasi il piatto forte del volume, quasi una caccia al tesoro e alle spiegazioni del "come era venuto in mente a Wolverine di farsi lanciare come proiettile umano dal Colosso" di turno.

Va da s che il mare magnum della produzione riguardante sia gli X-Men sia il solo Wolverine un qualcosa di non omogeneo e sicuramente pieno di contraddizioni e riuscire ad infilare nuovi racconti coerenti con un qualcosa di incoerente senza fare brutte figure era ed impossibile e anche Adams non si sottrae a questo rischio. Altrove altri si preoccuperanno di cercare i punti che non reggono (il primo incontro tra Wolverine e Xavier raccontato qui del quale non v' apparentemente memoria -e sicuramente menzione- in quello che fino a ieri era considerato il primo incontro, per esempio, in Giant Size X-Men) anche se da un punto di vista editoriale non pare sia stato detto chiaramente se questa storia entri o non entri nel "canone" delle storie degli X-Men. Senza voler entrare nel dettaglio della plot della storia interessante segnalare come nella storia, che corre via molto veloce fra inseguimenti, battaglie e pseudo riflessioni sulla diversit e sul razzismo e la paura dell'altro da s, sono utilizzati molti dei temi cari alle vicende mutanti: in primis, questo il filo rosso che attraversa tutto il volume, la volont di creare un gruppo di mutanti pronti a condividere le difficolt incontrate nel vivere da mutanti andando in giro per il mondo a far reclutamento.

E se fino a poco tempo fa Wolverine sarebbe stato del tutto fuori luogo nei panni di insegnante per giovani mutanti oggi come oggi, visti gli ultimi sviluppi delle sue storie ed il fatto che si sia impegnato con forza per ricostruire la Scuola per Giovani Dotati di Charles Xavier e ne sia il direttore, non sembra cos inverosimile. In secondo caso interessante, anche se in parte discutibile, come siano stati trattati due dei pi imporanti personaggi delle saghe mutanti: Charles Xavier e Magneto. Il primo in prima battuta riluttante alla richiesta di Wolverine di partecipare al suo progetto "aggregante" per i mutanti e il secondo meglio raccontato in quella che la strada che porter alla nascita della Confraternita dei Mutanti Malvagi. Cos come sono protagonisti della storia Charles e il suo acerrimo nemico e amico al tempo stesso Magneto anche Sabrethoot non manca all'appello e viene dipinto come essenziale spalla/ avversario / amico di Wolverine ed anche lui riceve un trattamento di ret-con che ce lo mostra in una maniera che non avevamo mai visto in precedenza.

La storia, come dicevamo, non brilla per originalit; anzi probabilmente volutamente attinge ai topos che hanno reso grandi le storie dei mutanti mescolandoli e riversandoli nel un periodo storico della giovent di Neal Adams stesso. Un bene e un male al tempo stesso, ovviamente. Il giudizio totale sulla storia per va stilato guardando anche al comparto grafico, curato quasi interamente dal buon Adams. Anche qui, nel totale, luci (un buon numero) e ombre (diverse); il disegnatore newyorkese, di indubbio e rinomato talento, applica come al solito il suo credo nel mettere gi copertine, pagine introduttive e tavole della storia. La copertina deve essere, e in questo parliamo di un maestro in questo campo, sempre un diretto al volto del lettore, perch deve convincerlo a comprare l'albo. Le copertine dei simgoli albi della miniserie, infatti, risultano essere dei veri e propri colpi; parliamo di Wolverine con artigli sguainati in primo piano, delle Sentinelle che aleggiano sui mutanti o dello scontro finale fra Wolverine stesso e Sabrethoot. Secondo passo del credo Adamsiano sono le prime pagine ad apertura albo; splash page di effetto con la presentazione di quel che ci si deve aspettare all'interno; l'interno poi completa il quadro. Le pagine scorrono adrenaliniche e il tratto, i volti, le pose plastiche, sono quelle del miglior Adams. Nel totale per, e qui chiudiamo la disamina, c' l'impressione che la ricerca continua della posa e dell'effetto nuoccia e non poco alla leggibilit o all'equilibrio della tavola. Parliamo, probabilmente, di questioni di lana caprina, eppure probabilmente un nodo fondamentale per capire se il nuovo Neal Adams, tornato al lavoro sui supereroi per la Marvel e la DC dopo uno iato di decenni, pronto per sbaragliare il campo nuovamente, anche in questo secolo.

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