Fumetti

Mondadori - Kriminal Omnibus, la recensione

Continuano le uscite del balenottero Mondadori che ristampa le storie by Magnus & Bunker

31/01/2014

Impossibile aggiungere qualcosa di nuovo dopo che per cinquanta anni un fumetto, Kriminal, stato letto, raccontato ed analizzato. Parliamo, infatti, di un personaggio che festeggia in questo 2014 i cinquanta anni di nascita, essendo stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 1964.

Eppure il fatto che sia in edicola, oggi, ad opera della Mondadori in una ennesima ristampa cronologica dovrebbe far riflettere e dare il la a qualche considerazione non oziosa.

Anche prescindendo dalle centinaia di articoli e saggi scritti sulla serie e sul suo impatto sulla cultura italiana del periodo, una definitiva spallata al compito del recensore l'ha data la prefazione di Max Bunker e il redazionale di Francesco Manetti.

Quello che i non addetti ai lavori e i lettori dell'ultima generazione non sanno, probabilmente, quanto e come all'epoca il fumetto Kriminal remasse controcorrente e come possa aver creato problemi reali agli autori e all'editore. Nonostante tutto, infatti, oggi in Italia abbiamo rimosso alcuni dei paletti che ci ancoravano al medioevo e lentamente stiamo affrancandoci dalla censura o dall'autocensura; per un giovane d'oggi leggere un Kriminal difficilmente potr essere considerata una azione trasgressiva e ancora pi difficilmente potr scandalizzarsi per gli omicidi o per i comportamenti sopra le righe del protagonista.
Eppure c' stato un tempo in cui questi fumetti crearono scompiglio. La Mondadori Comics ne ripropone la ristampa in edicola in diciotto elegantissimi volumi di sei albi ognuno che raccolgono, per, solo le storie scritte da Max Bunker e disegnate da Magnus; i due (al secolo rispettivamente Luciano Secchi e Roberto Raviola) erano all'epoca al primo fortunato tentativo di collaborazione artistica.

Si tratta, anche a distanza di cinquanta anni, di storie di qualit indubbia, che vedono, pur nella scioltezza del disegno rapido e essenziale delle due (talvolta tre) vignette per pagina, gi un Magnus padrone assoluto di anatomia, espressione e china.

Le storie portavano i lettori in un mondo popolato da grandi ricchezze e grandi povert; le ricchezze economiche, infatti, nascondevano la grande povert di spirito dei ricchi o arricchiti, oggetto delle attenzioni del nostro protagonista, personaggio senza scrupolo alcuno, capace dei pi efferati delitti, che riusciva perfino a risultare simpatico in quei contesti, vista la pochezza morale delle sue vittime.

Un protagonista negativo, ovviamente, e di certo questa non era una novit assoluta nel campo dei fumetti o della narrativa; la differenza, sicuramente, nonch motivo del successo, era data dalla qualit delle storie e di come venivano narrate e disegnate. Per calarci in questo contesto bisogna prima di tutto cancellare dalla mente decenni di serie tv, di romanzi noir e thriller, di CSI e di anatomopatologi; bisogna dimenticare computer e cellulari, GPS e navigatori e scanner e cose di questo tipo qui. Sia i crimini che le soluzioni degli stessi devono essere effettuati con gli strumenti dell'epoca che, seppur non lontanissima (per tanti la generazione dei propri genitori, al massimo), ormai sembra irreparabilmente vetusta.

Se, affascinati da una versione simil cofanetto con i bordi del volume tinti di nero (elegante ma funereo quanto basta, visto il personaggio protagonista), si riesce a staccare la spina ed a immergersi in un romanzo ambientato semplicemente in un'altra epoca storica (come fosse, che so, i Tre Moschettieri) beh, il divertimento assicurato. E, con il passare delle storie e delle bellissime tavole di Magnus, si verr introdotti in un mondo di sensualit sempre pi spinta (gi nel primo volume i vedo/non vedo erano tantissimi), di ricatti, di libertinismo sfrenato, di torture ed anche di fallimenti per il nostro protagonista che, oltre a non essere eroe buono, sovente perfino fallisce nelle sue imprese criminali.

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