Fumetti

001 Edizioni - Rebecca (sei tu), la recensione

Secondo graphic novel di Davide Osenda, che spazia dal racconto alla riflessione psicologica

25/04/2014
001 Edizioni - Rebecca (sei tu), la recensione

Ritorna ai testi e ai pennelli di un graphic novel Davide Osenda, che ci aveva consegnato una singolare opera prima sempre pubblicata dalla 001 Edizioni, intitolata Ultima lezione a Gottinga.

Questa volta il fumetto ambientato ai nostri giorni (il precedente era ambientato ai tempi della seconda guerra mondiale) e prende le mosse in una cittadina italiana dove, appunto, vive la Rebecca del titolo. Va segnalato, a titolo di curiosit, che il buon signor Winkler, il nonno della protagonista, matematico, ha per studiato all'Universit di Gottinga, scenario proprio del volume precedente Ultima lezione a Gottinga.

Da un punto di vista grafico il volume assolutamente in linea con il primo; la maturit e omogeneit raggiunta in precedenza viene mantenuta e l'acquerello molto vivace che caratterizza la colorazione un tema comune ai due libri.

La tavola sovente divisa in molte vignette; nelle parti mute servono a dare la scansione del tempo, in quelle parlate (e "molto" dialogate) servono a contenere i molti balloon. Sono poi molte le pagine dove la tavola (o la striscia) un unico disegno e le vignette sono semplici riquadri di questo stesso disegno.

Una soluzione grafica piuttosto simpatica adottata che ci diverte sottolineare quella di una sequenza in classe dove un ragazzo suggerisce una risposta sbagliata al compagno durante una interrogazione e per mantenere la suspance l'autore mette il balloon fuori dalla vignetta (cos che non sia leggibile)

Il modus operandi (o il fine?) nella realizzazione di questo albo dell'autore sembra essere slegato a qualsiasi logica di mercato. Ovvero sia nel suo volume precedente che in questo il fine appare essere raccontare una riflessione personale, condividerla, senza porsi il problema di essere intrigante o furbo: raccontare per la necessit di raccontare. Vi anche un fine didattico di questa opera, come della precedente; lampante e si manifesta soprattutto nella parte in cui la professoressa vestita di scuro si rivolge, per molte pagine, al lettore spiegando e illustrando teorie ma soprattutto interrogativi.

La struttura del libro molto semplice: vi una prima parte in cui l'autore racconta la quotidianit e i sogni (alcuni belli, alcuni meno) della liceale Rebecca, vera musa ispiratrice di Osenda. Questa prima parte raccontata in punta di pennello (un bell'acquerello dai colori vivaci e ottimamente stampato nel volume della 001 Edizioni) con una leggerezza ed una delicatezza particolare. L'attenzione alle piccole cose quotidiane quasi pascoliana, quali la vestizione, lo spogliarsi e mettere la maglia sul letto, lo studiare.

Azioni spesso mute per le quali Osenda non disdegna di disegnare vignette su vignette per dare la giusta scansione temporale a rallentare i ritmi. Anche l'approccio sentimental / amoroso / sessuale di Rebecca con un suo coetaneo raccontato, come suol dirsi, in punta di pennello in una scena muta (l'audio proviene da fuori) con grande sensibilit e delicatezza.

Rebecca, ragazza tranquilla nella sua tranquilla routine scuola casa amici leggermente turbata, nel momento in cui la storia prende le mosse, da una serie di incubi ricorrenti. Niente di straordinario, ma la ragazza cerca di capire, spulciando in libreria, se vi siano spiegazioni plausibili per questi incubi. Da l a poco vedremo comparire, come accaduto anche nel volume precedente, un narratore / insegnante che si rivolge direttamente al lettore.

Ma se in Ultima lezione a Gottinga l'argomento era la matematica e la Teoria di Cantor (con, di sfondo, lo smantellamento di una prestigiosa Universit a causa dei rastrellamenti nazisti antisemiti) in questo caso la donna vestita di scuro (che comunque di l a poco si svestir completamente continuando a parlarci) ci parla di psiche. questo l'argomento di tutta la seconda, piuttosto lunga, parte spesso visivamente poco accattivante perch la parte scritta prende il sopravvento su quella grafica, visto che non avviene alcuna azione se non il racconto della voce narrante.

Anche gli spunti comici inseriti dall'Osenda inseriti per spezzare il ritmo altrimenti monocorde non funzionano del tutto.

L'opera seconda di Osenda, tutto sommato, ci insegna due cose. La prima che l'autore (il dubbio dopo l'opera prima sempre legittimo) tale, ovvero ha "continuativamente" voglia di dire e cose da dire. E che l'opera prima non rester tale. La seconda che anche questo secondo libro un mezzo per sviscerare i propri interessi del momento e i propri dubbi; lo studio e l'interesse verso la psiche e verso l'inconscio, cos come affrontato nei secoli, argomento che sta a cuore e che viene affrontato con lunghezza, cercando (e riuscendo) a legarlo alla storia di Rebecca, a questo punto non si sa quanto pretesto o protagonista.

Resta il dubbio, attestata l'attenzione e la qualit posta alla parte grafica, decisamente di qualit, che forse la lunghezza della parte che possiamo definire didattica o didascalica sia davvero eccessiva rispetto all'intreccio che la chiama in causa, rendendo il volume sbilanciato. A parte questo, come dicevamo, giudizio positivo. In attesa del terzo volume, del quale gi ci chiediamo quale possa essere l'argomento?

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