Mirko Perniola

Nathan Panem et Never Circenses

Qualche dietro le quinte sul duecentosettantasettesimo numero di Nathan Never, in edicola in questi giorni.

18/06/2014
Nathan Panem et Never Circenses

Edna Modes fortunata, quando inizia un lavoro, sa per chi lo sta facendo.

Io no.

Fare lo sceneggiatore per una grossa casa editrice significa che, nella maggior parte dei casi, si scrive una storia senza sapere chi sar a disegnarla.

Viene approvata l?idea, il soggetto, si cominciano a scrivere le prime sequenze di sceneggiatura e solo allora le tavole vengono assegnate.

Alcune volte, capita addirittura di scrivere un?intera storia che pu restare in un cassetto per alcune settimane prima di essere assegnata ad un disegnatore; che pu essere uno sconosciuto, oppure quello con cui hai sempre sognato di poter lavorare (quasi mai), o ancora quello col quale speri di non avere mai a che fare! Eh, s, perch con questi ultimi si pu far finta in pubblico di amarsi, ma lo sai che tu che gli stai sulle balle come lui sta sulle balle a te, non ci si pu fare nulla, siamo uomini mica siamo scimmie bonobo che trombano e vanno sempre tutte d?accordo come dice Caparezza!

A me, per va quasi sempre bene, perch con Nathan Never mi capita spesso che gli editor (Antonio Serra prima, e Glauco Guardigli adesso) mi chiamino perch un disegnatore ha quasi terminato la storia che ha in mano ed pronto per disegnarne un?altra.

E gi pregusto la soddisfazione, come gli attori prima del ciack di Cicciolina e Moana ai Mondiali, perch, di solito, questa situazione, d ottimi risultati; posso chiamare direttamente disegnatore e chiedergli che cosa abbia davvero voglia di disegnare!

Infatti tutti gli autori hanno delle preferenze perci, assegnare una storia ambientata nello spazio ad un disegnatore che in realt avrebbe voglia in quel momento di disegnare una storia ambientata nello sprawl, nei bassifondi, dar sicuramente dei risultati inferiori rispetto a quelli che avremmo potuto ottenere trovandoci in sintonia su un argomento interessante per entrambi.

Io dal canto mio sono estremamente curioso, perci, scrivendo svariate storie in contemporanea, non ho problemi ad adeguarmi alle necessit del disegnatore, qualcosa da raccontare che mi appassioni (che sia una situazione, o far vivere un personaggio particolare) mi sforzo sempre di trovarla, e la trovo.

Cos successo per la storia di Nathan Never che in edicola proprio in questi giorni disegnata da Mario Iann.

Un paio d?anni fa, Antonio Serra mi comunica che Mario sta per consegnare le ultime tavole della storia che ha in mano, perci bisogna preparare per lui una nuova sceneggiatura.

Non conosco Mario, perci mi faccio dare il numero dalla redazione e lo chiamo.

Dopo i convenevoli di rito, che creano subito una buona sinergia gli domando: ?Mario? che cosa ti piacerebbe disegnare su Nathan Never??

Lui, nonostante non sia pi un giovincello, reagisce con l?entusiasmo di Pollon, quella della polverina che sembra talco ma non serve a darti l?allegria?

?Mirko!...? mi dice ?sono cos felice che tu me l?abbia chiesto!... Non mi mai capitato di poter scegliere!? Perci, finalmente, vuol dire che possiamo fare una bella storia sugli ANTICHI ROMANI!?

Dall?altra parte del telefono, Mario sente il silenzio, il vento che soffia, la grossa balla di sterpaglie che rotola sulla main street?

?Mirko?... ci sei ancora??

Io tartaglio: ?S-s, Mario? ma? i romani? Nathan Never? fantascienza??

Mi asciugo il sudore gelido dalla mia ampia, ampissima fronte (tanto ampia che parte dalle sopracciglia e arriva alla cervicale).

?Ah, capisco? non si pu fare, eh??

Eh no, amico, tu non si pu fare a me non lo dici! Che io riuscivo a vedere Edwige Fenech e Lino Banfi alle tre di notte senza svegliare i miei, e la mattina dopo dormivo sul banco nascondendomi dietro Il Rosso, che i professori manco se n?accorgevano!

?Mario, non so ancora come, ma dammi un paio di giorni e vedrai che lo faremo!?

Che sia chiaro, non che io sia tanto masochista come quel pirla del comnadante Hydargos, che invece di mandare tre robot alla volta contro Goldrake, prima li faceva pestare tra di loro e poi sceglieva quello che aveva vinto, mandandolo ancora pesto e dolorante a farsi tagliare in due dall?alabarda spaziale!

e? cosa stavo dicendo?

Ah, s, i romani!

Insomma, mi prendo un paio di giorni, butto gi un?idea talmente bella che, presentata ad Antonio, questo esordisce con uno dei suoi soliti e ottimistici: ?Tu sei pazzo!... questa roba cyberpunk, il solo Gibson di cui la gente si ricordi oggi quello di Arma Letale?

?Lo so, Antonio, anche Sterling ormai solo una marca di materassi di Mastrota!?

?Va beh, ho capito, fate sta storia sui romani, ma sappiate che poi moriremo tutti sbranati da orde di lettori inferociti!?

Cos scrivo le prime tavole e le mando Mario che, in stato di grazia, inizia pennellare il duecentosettantasettesimo albo di Nathan Never che trovate in edicola in questi giorni: Panem et Circenses

Il risultato ci piace tanto che Glauco Guardigli mi chiede un seguito, in lavorazione proprio in questi mesi e poi, a seguito di quel seguito, realizzo la bozza di una mini-saga (che, ormai, non ha pi nulla a che fare con i romani, e che verr realizzata disegnatori diversi da Iann) ma che affonda le radici profondamente nella mia passione per il cyberpunk di Gibson e Mastrota... ehm, no, va beh, ci siam capiti.

Toh, guarda, son le 03.00 quasi quasi cerco Telecapodistria, chiss mai che?