Pasquale Frisenda

'Le citt invisibili' di Italo Calvino - L'audiolibro

Video, racconti e immagini su uno dei romanzi simbolo della contrapposizione fra razionalit e fantasia.

04/05/2015
'Le citt invisibili' di Italo Calvino - L'audiolibro

"Se sono riuscito a fare quello che volevo, allora questo dovrebbe essere uno di quei libri che si tengono a portata di mano, che si aprono ogni tanto per leggerne una pagina... insomma vorrei che lo si leggesse un po' come l'ho scritto: come un diario. Ora raccontavo solo città contente, ora solo città tristi... uno stato d'animo, una riflessione, una lettura, una suggestione visiva, mi veniva di trasformarli in un'immagine di città."
(Italo Calvino su Le città invisibili)

"Se gli uomini e donne cominciassero a vivere i loro effimeri sogni, ogni fantasma diventerebbe una persona con cui cominciare una storia d'inseguimenti, di finzioni, di malintesi, d'urti, di oppressioni, e la giostra delle fantasie si fermerebbe."

"Anche le città credono d'essere opera della mente o del caso, ma né l'una né l'altro bastano a tener su le loro mura. D'una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda."

"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Solo due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso, ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."
(da Le città invisibili di Italo Calvino)

Questo romanzo fa parte del periodo combinatorio di Italo Calvino, e quindi l'elemento centrale del lavoro diventa il rapporto con il lettore, che si trova a "giocare" con l'autore, nella ricerca delle combinazioni nascoste nel libro e nel linguaggio usato.

Il romanzo, uscito nel 1972, è costituito da nove capitoli, ma c'è un'ulteriore divisione interna: ognuna delle 55 città descritte è divisa in base a delle categorie, 11 in totale, dalle Città e la memoria alle Città nascoste, e il lettore ha quindi la possibilità di muoversi all'interno dell'opera, scegliendo di seguire un raggruppamento o un altro, la divisione in capitoli o in categorie, o semplicemente saltando da una descrizione di città a un'altra, a seconda della propria personalità o solo dell'umore del momento.
Calvino stesso ha affermato (in una conferenza del 1983 alla Columbia University a New York), che non c'è una sola fine a Le città invisibili perché: "Questo libro è fatto a poliedro, e di conclusioni ne ha un po' dappertutto, scritte lungo tutti i suoi spigoli".

Il punto di partenza di ogni capitolo è il dialogo tra Marco Polo e Kublai Khan, l'imperatore dei Tartari, che interroga l'esploratore sulle città del suo immenso impero. 

Marco Polo descrive città reali o immaginarie, frutto solo della sua fantasia, ma che colpiscono sempre più il Gran Khan.
Il modello di­chiarato de Le città invisibili è infatti il celebre Milione di Marco Polo (1298 circa), naturalmente rifatto in chiave novecentesca e quindi con una visione delle cose che si occupa più di spazi mentali che geografici: qui si narra infatti non di città che si vedono, ma di città invisibili, appunto, ma che non per questo significa che non esistano.
Lo scenario è fiabesco orientale, fitto di carovane, spezie, deserti, pastori, donne alla fontana, ma le desolazioni descritte alludono di continuo a quelle ecologiche e sociali, metropolitane e industriali, tipiche della nostra attualità e contemporaneità.

Kublai Khan e Marco Polo rappresentano le cate­gorie contrapposte della mente umana: la razionalità classificatoria e la sensibilità in­ventiva.
Ancora una volta il testo è il luogo d'incontro di due prospettive conoscitive interne all'au­tore, che qui però privilegia la seconda, usando la prima soprattutto come contraddittorio.
Le città descritte da Marco Polo (55 in tutto, e che hanno tutte un nome di donna di derivazione classicheggiante) diventano simbolo della complessità e del disordine della realtà, e le parole dell'esploratore appaiono, quindi, come il tentativo di dare un ordine al caos del reale. 

Ma queste città sono anche sogni, come dice Polo: "Tutto l'immaginabile può essere sognato, ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura."

Per Calvino questo è il libro in cui ritiene di aver detto più cose, perché qui è riuscito a concentrare tutte le sue riflessioni, esperienze e congetture, costruendo "una struttura sfaccettata in cui ogni breve testo sta vicino ad altri in una successione che non implica una consequenzialità o una gerarchia ma una rete entro la quale si possono tracciare molteplici percorsi e ricavare conclusioni plurime e ramificate. Nelle Città invisibili ogni concetto e valore si rivela duplice: anche l’esattezza."

Qui di seguito trovate l'audiolibro del romanzo, quindi, ma anche delle animazioni dedicate ad alcuni capitoli, e, infine, Italo Calvino - Un uomo invisibile, l'intervista al grande scrittore realizzata nel 1974 a Parigi:

Buon ascolto e visione!

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