Martin Mystre

[Recensione] Con la coda dellocchio

Martin Mystre n. 315, giugno 2011

22/06/2011
[Recensione] Con la coda dellocchio
Soggetto e sceneggiatura di Carlo Recagno

Disegni di Esposito Bros

Non so perch, ma mi inquieta sottilmente Questa battuta di Martin Mystre, sebbene compaia solo a pagina 88 dellalbo, la chiave di lettura dellintera storia, realizzata come un ritorno alle origini (modernizzato) del personaggio.

Gi, le origini. Ma quali? Come ribadito e celebrato dal numero 300 della collana, il nome di Martin Mystre stato associato praticamente a ogni genere letterario (e quindi uno lo ha anche inventato, se vogliamo).

In questo caso specifico, non si tratta del Martin Mystre che affronta grandi enigmi storici rivelatori di una storia alternativa, ma piuttosto di quello calato in un contesto urbano 'moderno' che cela un segreto aspetto fantascientifico/cyberpunk. Possiamo dire che si tratta di un filone 'canonizzato' con la famosa storia dellOperazione Dorian Gray: tecnologie impossibili che portano a inesplorati stati della realt, un riferimento pi o meno velato a unopera letteraria, uno scienziato pazzo che vede pi in l degli altri, un 'luogo comune' che si realizza.

Certo, mancherebbe Mister Jinx, per il dispiacere dei suoi estimatori, ma daltra parte abusare di lui per questo ruolo significherebbe fargli fare la fine di Orloff-Gambadilegno.

Come gi osservato in precedenza, Recagno non si limita a scimmiottare il maestro, ma ne espande ed evolve il lavoro sfruttando anni di esperienza e di conoscenze accumulate: ecco quindi che questo Martin Mystre diventa pi castelliano di quello dello stesso Alfredo Castelli.



Sottili inquietudini narrative. Apparizione degli inossidabili coniugi Morgan (con evoluzione del loro rapporto, che si capovolge: adesso Elmer a essere 'amico' della vicina di casa Diana!). Concetto del 'pensiero laterale' tradotto in un elemento estremamente concreto della trama. Recupero consistente e meditato di personaggi caduti nel limbo come Von Eriksen (a differenza di quanto accaduto con Mister Mind, oppure Beverly Howard Carter, per esempio, che coi dinosauri ci azzeccava ben poco). Si pu tranquillamente dire che questa storia non sarebbe mai esistita senza il lavoro di Castelli, ma nello stesso tempo il Martin Mystre moderno non sarebbe pi se stesso senza lopera di Recagno.

Oltre alla conoscenza, c lapproccio 'filologico' al personaggio e al suo mondo: scrivere un albo di Martin Mystre non significa solo assemblare alla meno peggio un po di elementi mysteriosi condendoli con scene di violenza e traumi atti a sconvolgere lo spettatore con un 'pugno nello stomaco' (che, passati gli effetti immediati, scivola nel dimenticatoio).

La conoscenza sistematica della serie fin nei suoi minimi dettagli non si traduce semplicemente in un database imparato a memoria e consultato alloccorrenza: si tratta invece di uno studio derivato da un apprezzamento genuino, palpabile nella cura riservata alle minime sfumature (per parafrasare lo stesso Martin in Affari di famiglia, si vede che la materia in questione non stata solo sfogliata, ma letta e digerita).

Da qui, il recupero e lamalgama della mitologia in un insieme articolato, omogeneo, armonioso e moderno, accompagnato come sempre da ispirazioni provenienti da altre fonti, che per non prendono il sopravvento sulla storia (anche questo un classico della sfida lanciata da una vera storia di Martin Mystre: non basta copiare e incollare testi da Wikipedia, come noi dilettanti saremmo tentati di fare).

Le ispirazioni esterne, in questo caso, sono ovviamente il romanzo La storia straordinaria di Peter Schlemihl e il Superspettro: questi due elementi, che nella realt non hanno alcuna relazione tra loro, sono risucchiati nel bizantino gioco di intrecci tipico del Martin Mystre castelliano, rivelandosi ancora una volta come opere/concetti ispirati a fatti tanto impossibili quanto reali. Anche in questo lalbo si distingue nel suo ritorno alle origini per via della creazione (o deduzione?) di connessioni originali e argute, che coinvolgono naturalmente anche Peter Pan (come tutti i fan della continuit si sarebbero aspettati, e non solo per la faccenda dellombra, ma anche perch Ritorno alla Terra che non c ancora una volta un racconto di Recagno).

Tra le influenze di questo albo sembra piuttosto netta quella di X-Files, serie tv che stata frequentemente citata in passato, ma che ora viene lasciata nel 'non detto', probabilmente perch ormai un po datata (non che gli alieni siano una sua esclusiva, ma di certo lapproccio alternativo lo ). Ma pu anche darsi che invece lidea di base (la minaccia dellombra che invade il quotidiano a causa delle avventate manipolazioni di qualcuno) provenga da un altro classico della fantascienza tv come Sapphire & Steel: chi pu dirlo?

Come sempre, lalbo articolato su pi strati: allenigma del mese (o del bimestre), tipico delle storie autoconclusive e rivolto al lettore occasionale o distratto, si sommano con discrezione altri livelli di lettura che lo discostano nettamente dal riempitivo ininfluente commissionato ad autori 'esterni' e che appagano quindi anche il lettore storico. Come gi detto per il n. 300, va bene inseguire a tutti i costi la moda del momento in nome delle vendite, ma bello riuscire anche a premiare i lettori storici che hanno saputo apprezzare la matrice radicalmente diversa del fumetto di Martin Mystre.



Ecco quindi che, in modo quasi sottotono e inosservato, il cast si espande: Travis ha ora una collega, Margaret Chase, che sembra avere una certa confidenza con lui (o un interesse inconfessato?). Possiamo stare certi che questa non sar lultima apparizione di Margaret, e che non la vedremo tornare solo per essere brutalmente trucidata e 'sprecata'!

Ed ecco Diana, che riflette su come il suo rapporto con Martin abbia cambiato la sua vita, anche nelle piccole cose relative al lavoro: se vogliamo essere veramente ultracitazionisti, possiamo pensare che questa riflessione di Diana sia un ulteriore riferimento a Operazione Dorian Gray, storia nella quale la futura signora Mystre ha fatto sentire con forza le proprie opinioni.

Oltre alla mytologia castelliana (da cui il ritorno di Travis e di Von Eriksen, coinvolti a un livello pi profondo di quanto capita solitamente ai comprimari della serie) fanno capolino anche tre dei filoni che sono di fatto una prerogativa dellautore: il Piccolo Popolo, gli Angeli e gli alieni creatori dellumanit (va be, in questo caso c la fila allingresso, ma gli Elohim sono sicuramente i pi rappresentativi).

La narrazione corale d voce e spazio a numerosi comprimari: Travis, Von Eriksen, Diana, i cattivi di turno, lo stesso Schlemihl. Leffetto quello di rendere Martin Mystre un ingranaggio che partecipa alla trama e contribuisce a risolverla, ma senza essere per forza di cose il deus ex machina della situazione: questo evita un trattamento troppo supereroistico (labuso del ricorso al Terzo Occhio per salvare la situazione ne un esempio), ma nello stesso tempo diventa anche lennesimo sottile e arguto rimando al lavoro di Castelli (nella vicenda del Tesoro di Peter Stuyvesant, Martin Mystre diventa un personaggio secondario rispetto alla complessa vicenda che si sta svolgendo intorno a lui, e alla fine non ne viene a capo!).

La componente artistica sembra essere stata scelta in maniera mirata (e se invece opera del caso, allora si tratta di un felice destino!): lelegante e incisivo bianco e nero degli Esposito Bros semplicemente perfetto per narrare una vicenda che ha le ombre come protagoniste.

Chiudiamo sottolineando ancora una volta il gusto dellautore per la ricerca e la citazione di opere letterarie che non sono esattamente famosissime. E ci vale non solo per Peter Schlemihl, ma anche per il cameo (a pagina 13) del poliziotto sfaccendato che legge The Spirit (unaltra 'ombra'!).