Pasquale Frisenda

'Il dono dei Magi' - Un racconto di O. Henry

Pasquale consiglia [15]:

11/01/2012

"In ogni cosa ci sono storie da raccontare. Ho tratto alcuni dei miei migliori racconti dalle panchine dei parchi, dai pali della luce e dai chioschi dei giornali"


Questo affermava O. Henry, pseudonimo di William Sydney Porter(Greensboro, 11 settembre 1862 ? New York City, 5 giugno 1910), uno dei pi celebri ed importanti scrittori statunitensi.


I 400 racconti da lui scritti sono famosi per essere ricchi di spirito e giochi di parole, oltre che per il sapiente uso dei finali a sorpresa.
Fu soprannominato "La risposta americana a Guy de Maupassant", ed entrambi gli autori avevano infatti il gusto per sorprendenti finali, ma i racconti scritti da O. Henry erano connotati da un'allegria, un umorismo ed un ottimismo decisamente pi evidenti.
La maggior parte dei suoi racconti ambientata nella sua contemporaneit, ovvero i primi anni del XX secolo, e molti di essi si svolgono a New York ed hanno come protagonisti persone assolutamente comuni: commessi, poliziotti, autisti, camerieri, impiegati e via dicendo.


Fondamentalmente figlio del suo tempo, il lavoro di O. Henry uno dei migliori esempi nella letteratura anglosassone di come si cattura completamente il clima di un'epoca:ebbe infatti l'inimitabile capacit di isolare alcuni elementi della societ e descriverli con un'incredibile sobriet ed eleganza.
Qui sotto riporto integralmente un suo racconto, uno dei pi conosciuti, dove viene messo in risalto l'assoluta forza del sentimento amoroso.
Il racconto tratto dalla raccolta "Memorie di un cane giallo", edito dalla casa editrice Adelphi nel 1993 con la traduzione a cura di Giorgio Manganelli.


Buona lettura!


O. Henry - "Il dono dei Magi"


Un dollaro e ottantasette cents.
Era tutto.
E i sessanta cents erano in pennies.
Pennies risparmiati uno o due per volta, contesi al droghiere e al verduraio e al macellaio, finch, convinti di taccagneria da quelle puntigliose trattative, le guance vi si coprono di rossore.
Tre volte Della cont il denaro.
Un dollaro e ottantasette cents.
E l?indomani era Natale.
Era chiaro: non c'era altro da fare che lasciarsi cadere sul nudo lettino, e mettersi a urlare.
E cos appunto si comport Della.
E ci vale a stimolare la riflessione morale che la vita fatta di singhiozzi, sospiri e sorrisi, con una certa preponderanza di sospiri.
Mentre la signora della casa gradualmente trapassa dal primo al secondo stadio, date una occhiata alla casa.
Un appartamento ammobiliato a otto dollari per settimana.
Non si pu dire che superi qualsiasi descrizione: ma certo le mette a duro cimento.
Nell?atrio, a pianterreno, stava una cassetta delle lettere in cui non entrava mai una lettera, ed un pulsante elettrico dal quale nessun dito umano avrebbe potuto estorcere un suono.
A tutto ci aggiungevasi un cartoncino recante il nome "Mr. James Dillingham Young".
Durante trascorsi periodi di prosperit, quando il proprietario guadagnava trenta dollari la settimana, quel "Dillingham" aveva garrito al vento.
Ora, ridottosi a venti dollari, le lettere del "Dillingham" apparivano confuse, quasi meditassero seriamente di contrarsi in un modesto, sommesso D.
Ma ogni qualvolta Mr. James Dillingham Young tornava a casa, al suo appartamento al piano di sopra, si sentiva chiamare "Jim" e grandemente lo coccolava la signora Dillingham Young, gi presentatavi col nome di Della.
E ci era molto bello.
Della port a termine il suo pianto, e si pass il piumino sulle guance.
Poi si pose alla finestra a guardare stancamente il gatto grigio che percorreva la stecconata grigia del grigio cortile.
L?indomani era Natale, e lei aveva soltanto un dollaro e ottantasette cents per fare un regalo a Jim.
Per mesi aveva risparmiato un cent dopo l?altro: e quello era il risultato.
Con venti dollari la settimana non si fa gran che.
Le spese erano state maggiori del previsto.
Succede sempre cos.
Solo un dollaro e ottantasette per comprare un regalo a Jim.
Al suo Jim.
Molte ore felici ella aveva trascorso a pensare qualcosa di carino per lui.
Qualcosa di bello e raro e autentico, qualcosa che non fosse troppo indegno dell?onore di appartenere a Jim.
Tra le due finestre della stanza stava uno specchio stretto e alto.
Forse li avete gi visti, questi specchi da muro che si trovano negli appartamenti da otto dollari.
Una persona agile e sottile pu, cogliendo la propria immagine in una rapida sequenza di strisce longitudinali, pervenire ad un concetto sostanzialmente adeguato del proprio aspetto.
Della, che era sottiletta, era padrona dell?arte.
Con una piroetta improvvisa si scost dalla finestra e ristette di fronte allo specchio.
Gli occhi le splendevano intensamente, ma in venti secondi il suo volto perse ogni colore.
Rapidamente si sciolse la chioma e la lasci cadere per tutta la sua lunghezza.
Ora, di due possessi i Dillingham erano profondamente orgogliosi.
Uno era l?orologio d'oro di Jim, che era stato di suo padre e del padre di suo padre.
L?altro la chioma di Della.
Se la regina di Saba avesse abitato nell?appartamento di fronte, Della avrebbe lasciato pendere i capelli alla finestra per asciugarli, soltanto per fare scorno ai gioielli e ai doni di Sua Maest.
Se re Salomone fosse stato il portiere con tutti i suoi tesori ammucchiati in cantina, Jim avrebbe tratto dal taschino il suo orologio ogni qualvolta gli fosse passato davanti, per il solo gusto di vederlo strapparsi la barba per l?invidia.
Cos ora cadde la bella chioma di Della, ondeggiante e splendente come una cascata di acque scure.
Le arriv fin sotto il ginocchio, la avvolse quasi come un vestito.
Poi Della la riavvolse, con gesti rapidi e nervosi.
Parve esitare un istante, e rimase immobile, mentre una o due lacrime cadevano sul rosso tappeto frusto.
Indoss una vecchia giacca marrone.
Si mise in capo il vecchio cappello marrone.
Con un frullo di gonne, gli occhi ancora luccicanti, scivol fuori della porta, scese le scale e raggiunse la strada.
Si ferm davanti ad una insegna: "M.me Sofronie. Parrucche di ogni tipo".
Della sal di corsa una rampa di scale, e si ferm ansimante.
Madame, ampia, troppo bianca, gelida, non aveva l'aria di una "Sofronie".
"Volete comprare i miei capelli?", domand Della.
"Io compro capelli", disse Madame, "Fate un po? vedere".
Si disciolse la bruna cascata.
"Venti dollari", disse Madame, reggendo la massa con mano esperta.
"Datemeli subito" disse Della.
Oh, le due ore seguenti volarono su ali di rosa, perdonate la trita metafora.
Della andava setacciando un magazzino dopo l?altro, in cerca di un regalo per Jim.
Lo trov alla fine.
Certamente era stato fatto per Jim e per nessun altro.
Niente di simile aveva trovato in tutti gli altri negozi, e li aveva passati da cima a fondo.
Era una catenella per orologio da taschino, in platino, di casto e semplice disegno, che opportunamente manifestava il proprio valore per virt della sola sostanza, senza far ricorso a indecorosi orpelli: come debbono fare tutte le buone cose.
Era perfino degno dell'orologio.
Non appena l'ebbe visto ella seppe che spettava a Jim.
Era come lui.
Pregio e semplicit, la definizione valeva per entrambi.
Le presero ventun dollari, ed lei si precipit a casa con i suoi ottantasette cents.
Con quella catena all'orologio, in qualsiasi compagnia si fosse trovato, Jim avrebbe potuto senza disdoro preoccuparsi di tanto in tanto del trascorrere del tempo.
Per quanto meraviglioso fosse l'orologio, infatti, ora gli accadeva di scrutarlo con occhiate furtive, per via di quel vecchio cinturino di cuoio che usava in vece della catenella.
Quando Della giunse a casa l'ebbrezza cedette un poco alla prudenza e alla ragione.
Trasse fuori i ferri per arricciare i capelli, accese il gas, e si accinse a porre riparo al guasto fatto dalla generosit aggiunta all'amore.
E questo sempre un compito terribile, amici carissimi, un?impresa da mammut.
Quaranta minuti dopo, Della aveva una testa coperta di ricci fitti e minuti, che la facevano del tutto somigliante ad uno scolaretto scapestrato. Consider la propria immagine allo specchio, a lungo, minutamente, con occhio critico.
"Se Jim non mi uccide prima di darmi una seconda occhiata", pens, "dir che sembro una corista di Coney Island. Ma come potevo fare, ahim, che potevo fare con un dollaro e ottantasette cents?".
Alle sette il caff era fatto, e la padella era dietro la stufa, calda e pronta a cuocere le costolette.
Jim non era mai in ritardo.
Della chiuse nella mano la catenella dell'orologio e sedette su un angolo della tavola vicino alla porta.
Poi ud il suo passo sulla prima rampa delle scale, e per un istante divent pallida.
Aveva l?abitudine di dire piccole preghiere silenziose per le cose pi semplici di ogni giorno ed ora ella sussurr: "Dio, per piacere fagli pensare che sono ancora carina".
La porta si apr, Jim entr e la richiuse.
Era assai magrolino, e d'aria tanto seria.
Povero diavolo, soltanto ventidue anni e gi con il carico di una famiglia!
Aveva proprio bisogno di un cappotto nuovo, e non aveva i guanti.
Varcata la soglia, Jim si ferm immobile come un setter che abbia colto l'usta della quaglia.
I suoi occhi erano fissi su Della, ed avevano una espressione che non le riusciva di decifrare, che l?atterriva.
Non era ira, n sorpresa, n biasimo, n orrore, n alcun altro sentimento che ella avesse previsto.
La guardava con occhi fissi e intenti, e il suo volto aveva quella strana espressione.
Cautamente Della scese dal tavolo e gli si avvicin.
"Jim, caro", grid, "non guardarmi a quel modo. Mi son fatta tagliare i capelli e li ho venduti perch non avrei potuto farti un regalo. Cresceranno di nuovo? A te non dispiace, vero? Dovevo farlo. I miei capelli crescono cos alla svelta. Dimmi "Buon Natale", Jim, e siamo felici. Tu non sai che bel regalo, che regalo splendido ho trovato per te".
"Tu ti sei tagliata i capelli?", chiese Jim faticosamente, come se nemmeno dopo il pi intenso sforzo mentale fosse riuscito ad afferrare quel fatto del tutto evidente.
"Li ho tagliati e venduti", disse Della.
"Non ti piaccio lo stesso? Sono io anche senza i miei capelli, vero?".
Jim si guard attorno con aria curiosa.
"Hai detto che i tuoi capelli non ci sono pi?", disse, con un tono che rasentava l?idiozia.
"Non cercarli", disse Della, "Li ho venduti, ti dico; li ho venduti, non ci sono pi. la vigilia di Natale. Sii buono con me, l?ho fatto per te. Forse i capelli che erano sul mio capo erano contati", prosegu con una subitanea dolce gravit, "ma nessuno potrebbe mai misurare il mio amore per te. Vuoi che metta su le costolette, Jim?".
Jim parve riscuotersi bruscamente dal suo stordimento.
Abbracci la sua Della.
Per dieci secondi volgiamo il nostro sguardo discreto da un'altra parte.
Che differenza vi tra otto dollari alla settimana e un milione di dollari l'anno?
Un matematico o un uomo di spirito ci darebbe la risposta sbagliata.
Doni di gran pregio recarono i Magi, ma non questo.
Oscura asserzione, che verr chiarita pi avanti.
Jim si trasse un pacchetto dalla tasca del cappotto e lo pos sul tavolo.
"Non fraintendermi, Della", disse, "Non penso che un taglio di capelli o una rasatura o uno sciampo possano rendere meno bella la mia ragazza. Ma se vorrai aprire quel pacchetto capirai perch mi avevi fatto restare senza fiato".
Candide dita ed agili lacerarono corda e carta, poi un estatico grido di gioia; e poi, ahim, un subito femmineo insorgere di irrefrenabili lacrime e gemiti, che imposero l?immediato intervento di tutti i poteri consolatori del signore della dimora.
Giacch l stavano i pettini, tutta intera la serie dei pettini da porre sulla nuca e ai lati, che Della aveva a lungo vagheggiato in una vetrina a Broadway. Splendidi pettini, puro guscio di tartaruga con orli ingioiellati: e per l'appunto della tinta che si accordava alla splendida chioma svanita.
Ed erano pettini di pregio, ella lo sapeva, ed il cuore li aveva bramati ed anelati senza alcuna speranza di possesso.
Ora erano suoi, ma le trecce che dovevano adornarsi degli agognati ornamenti erano scomparse.
Ma se li strinse al seno, ed alla fine riusc ad alzare i suoi occhi scuri e a sorridere mentre diceva: "I miei capelli crescono cos in fretta, Jim!".
E poi Della si mise a saltare come un gattino scottato e grid: "Oh! Oh!".
Jim non aveva ancora visto il suo bel regalo.
Della glielo porse ansiosamente sulla palma aperta.
Il prezioso metallo opaco pareva balenare del riflesso della sua anima luminosa e ardente.
"Non un amore, Jim? Ho frugato tutta la citt per trovarlo. Adesso dovrai guardare le ore cento volte al giorno. Dammi l?orologio. Voglio vedere come sta".
Invece di ubbidire, Jim si lasci andare sul letto, si mise le mani dietro la nuca e sorrise.
"Della", disse, "mettiamo via i nostri regali di Natale per un po? di tempo. Sono troppo belli per usarli subito. Io ho venduto l?orologio per comprarti i pettini. Ora forse il momento di mettere su le costolette".
I Magi, come sapete, erano uomini saggi ? uomini incredibilmente saggi ? che portarono doni al Bambino nella mangiatoia.
Furono loro ad inventare l'arte di fare regali a Natale.
Giacch eran saggi, non v' dubbio che anche i loro regali fossero saggi, e probabilmente era possibile scambiarli nel caso ve ne fossero stati due uguali.
Io vi ho goffamente raccontato la povera cronaca di due sciocchi bambini che senza saggezza sacrificarono l'uno per l'altro i pi grandi tesori della loro casa.
Ma si dica un?ultima parola ai saggi dei nostri giorni: di tutti coloro che fanno doni, quei due furono i pi saggi.
Di tutti coloro che ricevono e fanno doni, questi sono i pi saggi.
Sono loro i re Magi.