Fumetti

Dylan Dog e il tramonto del detective secondo Luigi Siviero

Dall'autore del blog House of Mistery un volume edito da NPE

14/12/2012
Dylan Dog e il tramonto del detective secondo Luigi Siviero

Un volume (edito da NPE) scritto da un grande appassionato di Dylan Dog che i lettori delle storie dell'Indagatore dell'Incubo non devono perdere assolutamente. 'Dylan Dog e Sherlock Holmes: Indagare l'Incubo' infatti analizza in profondità l'immaginario di Tiziano Sclavi, i meccanismi narrativi utilizzati nel fumetto e i tratti distintivi che caratterizzano il personaggio, focalizzando sulle sceneggiature sclaviane, sull'opere che lo hanno influenzato, sulle sue storie più difficili da interpretare.

240 pagine ricche di illustrazioni, vignette, approfondimenti, retroscena: il tutto condito da Luigi Siviero, che di fumetto se ne intende, visto che in passato ha collaborato con i portali Fumetti di Carta e Lo Spazio Bianco, con la rivista Fumo di China e che ha pubblicato alcuni saggi come 'Analisi del fumetto. La composizione delle coppie di tavole' e 'Il fumetto sperimentale (C6H10O5)n'. E' inoltre responsabile dell'apprezzato blog House of Mistery.

Il volume è consigliatissimo, anche se ve l'abbiamo già detto. Anche per la ciliegina dell'intervista inedita a Tiziano Sclavi che potete trovare a pagina 201.

QUI SOTTO POTETE SCARICARE IL PRIMO CAPITOLO...

A SEGUIRE TROVATE INVECE UNA SERIE DI DOMANDE RIVOLTE ALL'AUTORE: 

1) Il tuo libro, molto interessante, si rivolge a dei dylandoghiani DOC. Credo che sia stato difficile da scrivere. Vorrei chiederti, a proposito del processo di stesura del volume:

- Quanto tempo hai impiegato a scriverlo, considerando anche che avrai letto e riletto determinati albi fino all'ossessione?

Ho iniziato a scrivere il libro a ottobre 2010 e lo ho finito esattamente due anni dopo: nel mese di ottobre 2012 ho fatto gli ultimissimi ritocchi poco prima che andasse in stampa. Ovviamente non ho dedicato due anni interi alla stesura del libro. Ci sono state alcune pause anche lunghe nel corso delle quali mi sono occupato di altro. Ho dedicato molto tempo sia alla lettura di Dylan Dog che di altre opere: i due picchi sono stati Morgana e Storia di Nessuno, le cui trame intricate hanno richiesto molta attenzione e decine di riletture. La scrittura dei paragrafi sull'abduzione è stata particolarmente impegnativa; solo quella parte del libro ha richiesto un paio di mesi di lavoro. 

- Come hai fatto ad interpretare storie come Morgana o Storia di Nessuno?

Non è stato semplice perché Morgana e Storia di Nessuno hanno trame a prima vista incomprensibili da un punto di vista razionale. Inizialmente ho preso in considerazione solo lo svolgimento lineare delle trame: tavola 1, alla quale deve collegarsi necessariamente tavola 2, e così via fino alla novantaquattresima tavola. Inoltre ho dato per scontato che il presente raccontato in Morgana (cioè la trama principale: Morgana va nella Londra degli anni Ottanta e conosce Dylan Dog) fosse assimilabile al presente raccontato negli altri episodi della serie. Di solito nei fumetti di Dylan Dog gli autori (Tiziano Sclavi, gli altri scrittori e i disegnatori della serie) raccontano in modo diretto il presente del personaggio.

Solo in un secondo momento ho capito che in Morgana le cose non stanno così. In questo fumetto gli autori non hanno raccontato in modo diretto il presente del personaggio e dietro allo svolgimento lineare della trama è nascosta una struttura gerarchica. Mi sono reso conto che la storia di Dylan Dog e Morgana nella Londra degli anni Ottanta esiste esclusivamente perché, in un'altra sequenza, viene raccontata da un fumettista del futuro di nome Crandall Reed.

Morgana ha questa struttura gerarchica: Sclavi e Stano stanno in cima; il Crandall Reed del futuro è subordinato a Sclavi e Stano (perché questi ultimi ne raccontano la storia all'interno del fumetto); il Dylan Dog e la Morgana degli anni Ottanta sono subordinati a loro volta a Crandall Reed (perché, in via fittizia, è Crandall Reed - e non Sclavi e Stano - che racconta la storia di Dylan Dog e Morgana). In pratica ho smontato la trama lineare di Morgana in vari pezzi e li ho rimontati in una nuova struttura.

L'individuazione della struttura gerarchica e l'attribuzione dello statuto di "finzione nella finzione" alla sequenza ambientata nel presente ha portato a conseguenze dirompenti quando mi sono chiesto se Xabaras è davvero il padre di Dylan Dog. Ma questa è un'altra storia...

Dopo avere capito la trama di Morgana mi sono accorto che Storia di Nessuno aveva la medesima struttura gerarchica. In un primo momento avevo interpretato Storia di Nessuno in un modo completamente diverso. Ho conservato la prima interpretazione (nel libro è stata pubblicata nel paragrafo 3.5.3) perché la trovavo affascinante e rendeva a meraviglia l'evanescenza e complessità della trama di Storia di Nessuno, che poteva essere interpretata in modi molto diversi fra loro (le due interpretazioni sono nei paragrafi 3.5.2 e 3.5.3). 

- Hai deciso di dedicare la tua analisi all'opera di Tiziano Sclavi. Perchè?

Non sarei mai stato capace di scrivere un libro sul personaggio Dylan Dog perché per me la figura fondamentale nei fumetti è l'autore. Certo, è possibile analizzare i personaggi e chiedersi quali sono le loro caratteristiche, però questa operazione deve essere finalizzata a comprendere le intenzioni dell'autore.

Ho scelto Tiziano Sclavi per due motivi. E' un autore che mi piace molto e avevo l'impressione di poter scrivere delle cose interessanti sui suoi fumetti. 

2) Hai parlato molto delle opere che hanno influenzato l'opera sclaviana. Liberi, fumetti, film, quadri etc.. Ci riassumi quelle più evidenti, o frequenti, negli albi sceneggiati da Sclavi? 

Il quadro Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo merita un posto di primo piano perché da quest'opera Angelo Stano ha ricavato il frontespizio che ogni mese viene pubblicato a pagina 3 del mensile Dylan Dog. Il quadro è stato citato anche in Dylan Dog n. 23 e 129 e in Horror Cico. Pellizza da Volpedo raffigurò nel quadro un gruppo di lavoratori che scioperavano. La citazione è importante sia perché c'è una certa affinità fra il tema del quadro e le idee politiche di Sclavi, che in un'intervista ha affermato di essere un anarchico che votava per il PCI, sia per la rielaborazione che ne è stata fatta nel fumetto. In Dylan Dog non si riuniscono i lavoratori ma i mostri e gli emarginati, che si coalizzano per chiedere di essere trattati con umanità. Attraverso le citazioni de Il Quarto Stato Sclavi rimarca una volta di più il tema del mostro come persona rifiutata dalla società.

La riflessione di Sclavi sulla mostruosità affonda le radici soprattutto in Freaks di Tod Browning. In questo film del 1932, nel quale compare un freak di nome Johnny che è servito da modello per Johnny Freak, c'è il ribaltamento del concetto di mostro che Sclavi ha fatto suo in Dylan Dog. Il mostro, in Freaks come in Dylan Dog, non è l'assassino, la belva e il serial killer ma l'emarginato che viene escluso dalla società.

Credo che Sclavi sia stato influenzato anche da Philip K. Dick. Tiziano Sclavi si è ispirato ai romanzi Tempo fuor di sesto e Labirinto di morte quando ha scritto la novella intitolata Quante volte tornerai. In Tempo fuor di sesto la vita di Ragle Gumm è una continua ripetizione di giornate sempre identiche e inconcludenti. Sclavi potrebbe avere pensato a questo romanzo anche quando ha creato la Zona del Crepuscolo e più in generale per la struttura narrativa dell'intera serie di Dylan Dog, nella quale il personaggio vive in un eterno presente che si ripete numero dopo numero. L'elemento più interessante della ripetizione continua e inconcludente è l'incapacità di Dylan Dog di completare il modellino di galeone.

Infine (ma lascio fuori molte opere da questa breve rassegna) cito L'inquilino del terzo piano, romanzo di Roland Topor da cui è stato tratto un film di Roman Polanski. Non ci sono solo un omaggio evidentissimo (madame Trelkovski ha lo stesso cognome del protagonista del libro) e alcuni fumetti direttamente ispirati al romanzo (la trilogia Gli inquilini arcani di Sclavi e Corrado Roi e L'inquilino del terzo piano di Sclavi e Giampiero Casertano). Sclavi nel suo Dylan Dog condivide con Topor temi come la quotidianità che diventa incubo, l'alienazione dalla società e l'ossessione di non essere accettato.

3) Il confronto tra DyD e Sherlock Holmes parte dal presupposto di una differenza di metodo investigativo (deduttivo contro 'casualità', per semplificare), tanto che parli di 'Tramonto del detective nell'opera di Tiziano Sclavi'. Quali sono invece i punti di contatto tra i due personaggi?

Francamente non ho trovato grandi punti di contatto fra i due personaggi. In alcune occasioni Dylan Dog si siede in poltrona e unisce i polpastrelli delle dita oppure suona il clarinetto per concentrarsi. Sono le uniche somiglianze fra Dylan Dog e Sherlock Holmes. 

4) L'intervista a Tiziano Sclavi è una chicca, specialmente la risposta alla domanda sul 'Caso'. Non ti è sembrato che in quella risposta ci fosse lo stesso schema costruito per 'Morgana'? Vita come casualità di eventi in realtà controllati dal divino, secondo la nostra attribuzione, o dallo scrittore/autore nelle opere di fiction. Io ci ho visto il Crandall Reed/Angelo Stano che chiude 'Morgana'.

Sì, ho avuto la tua stessa impressione. Anch'io ho pensato a Morgana quando ho letto quella risposta di Sclavi. Tra l'altro anche La piccola biblioteca di Babele di Sclavi e Angelo Stano ha la stessa impostazione. In questo fumetto la realtà esiste perché viene raccontata da un gruppo di monaci amanuensi in una biblioteca metafisica e infinita. Qualunque cosa esiste e succede perché è stata scritta dai monaci, e qualcosa può smettere di esistere perché è stata espunta dai libri della biblioteca. I monaci de La piccola bibliotaca di Babele hanno la stessa funzione di Sclavi e Stano che in Morgana fanno intuire al lettore la loro presenza dietro le quinte. Sono gli artefici di un ordine di cui i personaggi della storia sono all'oscuro. 

5) Raccontaci come è nata la tua passione per questo fumetto e quando:

Quando avevo dodici anni un coetaneo mi aveva fatto vedere La Dama in Nero (o era Il castello della paura?). Mi aveva detto che era un fumetto splatter ma che non c'era solo orrore... e mi aveva mostrato delle vignette in cui Dylan Dog andava a letto con una ragazza! Non ho abboccato perché al tempo ero fissato con l'Uomo Ragno e i supereroi. Anche la mia compagna di banco mi aveva detto che leggeva Dylan Dog, solo che lei, da come ne parlava, mi sembrava che si interessasse al fumetto perché era infatuata di Dylan.

Ho iniziato a leggerlo un po' più tardi, durante l'estate fra la terza media e la prima superiore, quando sono andato in Austria per frequentare un corso di tedesco. Mi sono fatto prestare I conigli rosa uccidono da un ragazzo più grande e poi ho comperato il fumetto quando sono ritornato in Italia.

6) I primi DD erano caratterizzati da un citazionismo esasperato cui venivano sovrapposti gli elementi dylandoghiani. Più dello splatter, che è decisamente passato di moda, è un ingrediente mancante nello storie odierne?

Non saprei. In ogni caso il citazionismo non è un elemento che deve essere per forza presente. Dipende dal gusto dell'autore. 

7) Sclavi però non scrive più da tantissimo tempo. Quali altri autori ti piace leggere e chi secondo te ha raccolto il suo scettro dopo di lui?

Trovo che Carlo Ambrosini si sia rifatto al Dylan Dog di Sclavi. In Napoleone ci sono la commistione fra realtà e sogno e fra avventura e riflessione, uniti all'interesse di Ambrosini per l'arte e la filosofia.

I fumetti più belli che ho letto negli ultimi tempi sono Sweet Salgari di Paolo Bacilieri e Un polpo alla gola di Zerocalcare.

Il mio autore preferito fra i contemporanei è Grant Morrison, snobbatissimo in Italia perché scrive fumetti di supereroi anziché agiografie dei morti ammazzati.

Fra i disegnatori italiani che ho apprezzato di più negli ultimi anni ci sono Giuseppe Palumbo, Giuseppe Camuncoli, Marco Corona, Massimo Carnevale, Alberto Ponticelli, Ausonia, Gipi e sicuramente altri che ora non mi vengono in mente.

In ambito bonelliano mi sono piaciuti tantissimo il Dylan Dog di Roberto Recchioni e il Tex di Gianfranco Manfredi.