Fumetti

Rizzoli Lizard - Il meglio di Splatter, la recensione

Gran bel volume a ricordare una rivista dallo straordinario successo e clamore mediatico

08/04/2014

Da un lato c' da ponderare la qualit, dall'altro l'effetto distorsione e nostalgia che il tempo potrebbe causare. In questo caso il volume della Rizzoli Lizard che abbiamo fra le mani coniuga entrambe le cose. Quello che salta subito agli occhi, infatti, a distanza di molti anni dalla prima pubblicazione delle storie riproposte come la qualit dei racconti e dei disegni sia particolarmente elevata; i nomi coinvolti sono, oggi, vere e proprie colonne del fumetto italiano.

Parliamo del poderoso volume Splatter, Il meglio di, edito dalla Rizzoli Lizard che raccoglie 22 storie complete tratte dalla rivista omonima. Va ricordato che la rivista Splatter, all'epoca della sua prima uscita, nel 1989, ebbe una vita piuttosto breve (23 numeri in edicola) ma un riscontro di pubblico e attenzione mediatica decisamente importante. Indichiamo quella degli anni ottanta come la "prima" uscita perch da pochi mesi l'inarrestabile Paolo Di Orazio (una mente giovane dal curriculum molto articolato) ha riproposto con un manipolo di vecchi amici la rivista, in una sua seconda incarnazione alla quale, nei mari impervi dell'editoria a fumetti italiana, ovviamente facciamo i nostri migliori auguri.

Non difficile, complice anche l'introduzione di Dario Argento, vero maestro dei sogni (ovvero degli incubi) degli anni ottanta calarsi praticamente subito nell'atmosfera dell'epoca, sfogliando tavole su tavole ma soprattutto facendo un paio di valutazioni particolarmente importanti.

La prima, come accennavamo, va fatta relativamente agli autori. Nomi quali Bruno Brindisi, Marco Soldi, Luigi Siniscalchi, Corrado Roi, Enea Riboldi, per citare autori all'epoca agli inizi ma chiaramente gi ad ottimi livelli di professionalit e soprattutto con le stimmate del proprio futuro successo; ovvero in grado di saper distillare nelle poche tavole delle storie qualche stilema e qualche inquadratura / fisionomia che in futuro sarebbe stata parte integrante di un ventennio ed oltre di lavoro professionale. Ma parliamo anche e soprattutto di autori quali Nicola Mari o Roberto De Angelis che invece mostrano solo un qualcosa di quel che poi sarebbero diventati graficamente.

Il tutto, graficamente ci tocca dire quasi ineccepibile, supportato dalle idee vulcaniche del gruppo di autori dell'epoca, coordinati da Paolo Di Orazio a quell'epoca giovanissimo direttore di testata. Completando la rapida analisi sulle storie e sulla rivista va fatto un paragone con quanto accaduto in passato e, probabilmente, con quanto accadr in futuro. Evitando di prendere le mosse dalle origini dei tempi e dalla necessit di esorcizzare il male evocando racconti demoniaci ed orroristici o come possa essere, banalmente, per un ragazzo, molto pi interessante tutto ci che horror nei confronti della banale normalit. Gi in passato, molto pi banalmente, un editore aveva avuto successo portando su fumetto le paure che possono nascere dal quotidiano, l'orrore dell'inaspettato, storie talvolta folli se non cattive, senza alcun finale consolatorio, anzi. La EC Comics, con William Gaines, non solo ha fatto storia in questo tipo di racconti, ma ha anche dimostrato come tali storie siano quasi sempre di successo fra i ragazzi e quasi sempre oggetto di critiche pedanti e censorie da parte degli adulti, soprattutto in contesti sociali molto conservatori (va segnalata la meritoria opera della 001 Edizioni che ristampa quel materiale in Italia).

Ed questo il secondo punto di vista che pu interessare, quello (e si legge bene sia nell'intervista iniziale a Paolo Di Orazio sia nella postfazione, con la rassegna del "putiferio" mediatico dell'epoca) che accadde quando la rivista ebbe il successo di pubblico che la port sotto gli occhi dei migliori (peggiori) benpensanti moralisti dell'epoca, in grado di cercare di bloccarne le uscite e di far muovere perfino la Giustizia Ordinaria sottointendendo nelle storie una incitazione alla violenza ed all'omicidio.

Quello che lascia perplessi, purtroppo, assodato che era successo negli anni sessanta (Fredric Wertham vi dice nulla?) e che, come nel caso di Splatter, era successo negli anni novanta (fra i firmatari dell'interrogazione parlamentare Luciano Violante e Tina Anselmi) che puntualmente (sia un fumetto, un videogioco, un anime, un cartone animato) anche oggi, a fronte di un qualsiasi prodotto narrativo frutto dell'ingegno di autori che sono andati oltre i canoni della "locale" morale conservatrice, sia possibile far partire campagne denigratorie e censorie come se il passato (come se?) non insegni nulla.

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